Architettura Neogotica

Chiesa di S. Alfonso de Liguori, Roma.

La Chiesa di Sant’Alfonso all’Esquilino è un luogo di culto cattolico a Roma, situata nel quartiere Esquilino in Via Merulana, poco distante dalla Basilica di Santa Maria Maggiore.

Architettura e note storiche

La chiesa fu costruita tra il 1855 e il 1859 su progettazione dell’architetto scozzese George Wigley. È uno dei rari esempi di stile neogotico a Roma ed ha una misura di 42×14 metri. L’Armellini ne dà un’analisi negativa: “L’architettura della chiesa è piuttosto ostrogotica che gotica” (cfr, p. 813). È una delle ultime chiese della Roma papale e, sebbene dedicata al SS.mo Redentore, fu eretta in onore di Sant’Alfonso de Liguori (1696-1787), fondatore della Congregazione dei Redentoristi, a cui appartiene l’intero complesso.

Facciata

 La facciata (in mattoni), preceduta da una ripida scalinata, è in laterizio, ad eccezione dei tre portali, che si aprono in avancorpo, che sono in travertino. Il corpo centrale, nella parte superiore, è affiancato da due lesene dalle quali parte il grande arco a sesto acuto, inquadrato da un tetto a capanna e con un grande rosone al centro, chiuso da una bella vetrata policroma.

Sul timpano della porta centrale c’è un mosaico della Vergine del Perpetuo Soccorso, mentre sui timpani delle porte laterali si trovano due bassorilievi su sfondo oro musivo che rappresentano Sant’Alfonso a destra e il Santo Redentorista Clemente M. Hofbauer (1751-1820) sulla sinistra.

Sulla cuspide dell’arco a tutto sesto domina la statua in marmo di Carrara del SS.mo Redentore. Più in alto si apre un magnifico rosone in onore della Madonna del Perpetuo Soccorso. Sul frontone spicca una croce celtica.

Interno

L’interno, a tre navate, è riccamente decorato con marmi e mosaici. Il tutto, pavimento compreso, è   impreziosito da marmi policromi. Le decorazioni interne risalgono alla fine dell’Ottocento e sono opera del pittore redentorista bavarese Max Schmalzl (1850-1930). Ci sono una grande navata centrale e due navatelle laterali poste su colonne rivestite di marmo policromo. Le navate laterali suddivise in sei cappelle conservano sei altari minori in marmo (1932-1939).

l confessionali sono stati realizzati nei primi anni del Novecento dal Redentorista Gerardo Uriati, fine ebanista, su disegno del suo confratello Gerard Knockaert.

La vetrata del rosone e le finestre in vetro istoriato sono opera del frate domenicano Marcellino Leforestier. I dipinti nelle cappelle e sulle arcate della navata centrale, del fratello redentorista Massimiliano Schmalzl, risalgono agli anni 1898-1900.

Sull’arco trionfale che delimita la zona del presbiterio risalta un dipinto del primo Novecento di Eugenio Cisterna: L’incoronazione della Vergine tra gli angeli ed i Santi Redentoristi. L’iscrizione latina dice: “La Santa Genitrice è innalzata nei cieli al di sopra dei cori celesti”.

Nell’arco absidale, sotto gli stemmi di Paolo VI e del Card. Joseph Ritter (di St. Louis, Missouri-USA), c’è un’altra iscrizione latina: “Ci hai redenti Signore nel tuo sangue e hai fatto di noi il regno del nostro Dio”. Il mosaico absidale, “II Redentore in trono fra la Vergine e San Giuseppe” è stato realizzato nel 1964 sul precedente affresco.

L’ICONA ORIGINALE del 14° secolo della Madonna del Perpetuo Soccorso è venerata sull’Altare principale.

Organo

All’interno, sopra i tre ingressi, è sistemato l’organo; questo, che incorpora parte del materiale fonico di uno strumento precedente realizzato da Charles Anneesseens nel 1898, fu   progettato e realizzato nel 1932 dalla ditta Tamburini e restaurato nel 1982.

L’intero corpo strumentale è posto all’interno della monumentale originale custodia in legno, in stile neogotico, realizzata su progetto del tedesco Maximilliam Schmalzl. L’organo ha due tastiere di 61 note ciascuna e una pedaliera concavo-radiale di 32 note.